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IPCA al netto degli energetici importati

A seguito dell’emanazione del decreto-legge n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla legge n. 122/2010, e del successivo decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, del 23 dicembre 2010, è stata disposta la soppressione dell’Isae-Istituto di Studi e Analisi Economica e il conseguente trasferimento delle relative funzioni, del personale e delle risorse al Ministero dell’economia e delle finanze e all’Istat.

Per effetto delle normative sopra citate l’Istat è pertanto subentrato a tutti gli effetti nella “Lettera di incarico all’Istituto di Studi e Analisi Economica (Isae) per la raccolta, elaborazione e previsione di dati riguardanti la dinamica dell’inflazione”, sottoscritta in data 21 maggio 2009 tra parti sociali e il cessato Isae.

L’Istat ha conseguentemente proceduto alla verifica, sotto il profilo tecnico-scientifico, della metodologia per la redazione dell’indice IPCA adottata dall’Isae (e allegata quale parte integrante e sostanziale della citata Lettera di incarico), ritenendola confacente agli scopi specifici.

L’Istat comunica dunque per gli anni 2009 e 2010 gli scostamenti tra realizzazione e previsione dell’inflazione misurata dall’indice IPCA al netto della dinamica dei prezzi dei beni energetici importati, nonché la previsione di questo stesso indicatore per gli anni 2011-2014.

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