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Le case rifugio e le strutture residenziali non specializzate per le vittime di violenza - Anno 2023

Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.

Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.

Sono 4.157 i minori ospiti delle strutture: 2.875 sono i figli delle donne vittime di violenza accolte in Casa rifugio, che potrebbero avere assistito o subito a loro volta la violenza, mentre 1.282 sono i minori vittime di violenza ospiti in strutture non specializzate.

Nel 2023 è aumentata del 3,1% rispetto al 2022 l’offerta delle Case rifugio (sono 464), raddoppiate rispetto al 2017 primo anno della rilevazione Istat.

Il tasso di copertura delle Case rifugio è tuttavia ancora basso (0,15 ogni 10mila donne in Italia) con differenze territoriali importanti (si va dallo 0,21 del Nord-ovest allo 0,09 al Centro e al Sud).

Sono aumentate anche le donne ospiti delle Case rifugio, da circa 1.800 nel 2017 a oltre tremila nel 2023.

Sono di più le donne ospitate nel Nord-est (1,5 per 10mila donne), nel Nord-ovest (1,2 per 10mila donne) e nelle Isole (1,0), rispetto al Centro e al Sud (entrambe 0,7 per 10mila donne), rispetto al valore di 1,0 del totale Italia.

In aumento anche i figli accolti, circa 2.900 nel 2023 (erano 2.670 nel 2022). Soltanto 10 Case non accolgono i figli delle donne.

Il 97,6% delle Case rifugio riceve fondi pubblici, il 2,4% invece attinge solo a fondi privati.

Si conferma elevata la specializzazione delle Case in tema di violenza di genere (il 74% dei gestori ricopre questa funzione da più di 13 anni e il 93,1% del personale ha seguito un percorso di formazione).

Sono tante le figure professionali che operano nelle Case per supportare il cammino delle donne verso l’uscita dalla situazione di violenza e l’autonomia: sono soprattutto coordinatrici, operatrici, educatrici, psicologhe, avvocate e assistenti sociali. In media, in ogni Casa sono impegnate 11 operatrici (17 nelle Case del Centro, 8 nel Nord ovest e 9 nel Sud). Molte sono ancora le professioniste volontarie.

I servizi offerti sono molteplici, erogati spesso con il supporto dei Centri antiviolenza e dei servizi sul territorio, con i quali le Case lavorano in rete (il 91,2% delle Case aderisce ad una rete territoriale di soggetti istituzionali). Tra i servizi offerti, i più frequenti sono il supporto psicologico e la consulenza legale, l’accompagnamento agli altri servizi, l’orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa, il supporto alla genitorialità e i servizi dedicati ai minori ospiti.

Nel 2023 sono 2.106 le donne uscite dalle Case rifugio. Di queste, 753 hanno lasciato la Casa perché hanno raggiunto gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza concordato con le operatrici della Casa, mentre 227 sono tornate dal maltrattante e 235 hanno abbandonato il percorso di uscita dalla violenza. Le restanti 891 donne hanno lasciato per il trasferimento ad altre strutture o abitazioni private, la conclusione del percorso in ospitalità ed altri motivi.

Oltre alle Case, le donne vittime di violenza possono essere ospitate in strutture residenziali, sia in alternativa al percorso in Casa rifugio, sia successivamente nel cammino verso l’uscita dalla situazione violenta. Le donne vittime di violenza ospiti al 1° gennaio 2023 in 213 strutture residenziali non specializzate sono 520, di cui 172 (33,1%) sono ospitate in strutture non specializzate ma dedicate alla violenza di genere.

Al l’1 gennaio 2023 i minori vittime di violenza nelle strutture residenziali non specializzate sono 1.282. Il 66% (843) è costituito da bambine e ragazze, ospitati in 473 strutture (generalmente di ridotte dimensioni, 421 strutture non arrivano a 15 posti letto).

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